Le vacanze sono un ottimo osservatorio per cogliere i caratteri dell’identità nazionale. Ecco quel che ho visto in questi anni dall’isola d’Elba.
Rari Nantes: tutti al mare, pochi in acqua. Attestato in spiaggia o sugli scogli, l’homo vacans guarda il mare con deferente sospetto, come un elemento molto gradevole e pittoresco del panorama, che tuttavia gli resta estraneo. Appartenendo alla razza montaliana di quelli che rimangono a terra, preferisce arrostire sulla sabbia per l’intera giornata, facendo sfoggio di un sofisticato equipaggiamento di ombrelloni, tende, teli, cappellini da baseball, stuoini, pinne non usate, borse termiche e creme solari. Pur di non misurarsi con l’infido elemento, c’è persino chi legge libri e giornali. Difficile vedere qualcuno che si dedichi ad attività natatorie, e quei pochi mai per più di dieci metri dalla riva. Si resta nell’acqua bassa, fin dove si può toccare, per lo più in gruppo, a giocare a palla con i figli, a scambiare gossip, a maledire la Tasi e la Tari, a raccontarsi i buoni ristoranti dei paraggi, dove fanno ancora il polpo o il cacciucco come si deve. Se qualche ragazzino si avventura tra i fondali per sorprendere branchi di piccoli pesci, di certo italiano non è. Nuotare è un’attività che implica un minimo di fatica, impegno e costanza: non sia mai. Per lo stesso motivo, in giro non si vedono canoe, e i pochi pedalò disponibili non vengono presi d’assalto. Meglio stare in piscina. Affari scarsi anche per Gabriele che affitta vele.
Popolo di navigatori. A sera i porti dell’isola sono gremiti. Dalle banchine si possono ammirare decine di sontuosi yacht i cui occupanti si dedicano ai piaceri degli ozi signorili, aperitivi e cene. Si lasciano osservare con distratta benevolenza dal popolo che passeggia sui moli, cono gocciolante in mano e madri accaldate che spingono passeggini con bambini frignanti. Gli yacht escono puntualmente di giorno per gettare l’ancora nelle tante incantevoli baie, ma nessuno naviga a vela: tutti rigorosamente con il solo motore. Arrivati a destinazione, difficile vedere qualcuno che si butta in acqua. Se ne stanno per ore sotto i tendalini, in una immobilità rituale di bonzi acquatici.
Quanto agli yacht con solo motore, i cosiddetti “ferri da stiro”, sono l’equivalente acquatico dei suv: massicci, tronfi e rombanti, votati alla sola esibizione di sé, come altrettanti simboli di stato. Non vanno lontano, ma si fanno sentire. Imbattibili nell’inquinamento anche acustico, in gara con le motovedette dei Carabinieri impegnate in attività di controllo. Ad ogni accelerata, dai loro diesel salgono nuvole nere di fumi fuorilegge.
Always connected. La cena in albergo è la prova del fuoco, per la coppia. I lunghi silenzi di un tempo hanno subito una mutazione perversa. Tra una portata e l’altra, è tutto un frenetico smanettamento sugli smartphones. Non più parole, nemmeno “passami il sale”. La navigazione a oltranza continua dopo cena. Nella notte, la luce fredda degli schermi trasforma i volti dei dannati digitali in inquietanti maschere teatrali. La solitudine di coppia è diventata solitudine di massa.
Tatuati. Tutti rigorosamente italiani e under 50. Quello che nell’Ottocento era la provocatoria rivendicazione di una beffarda estraneità sociale è diventato il segno di un’omologazione al ribasso, una finta diversità, un travestimento di adulti in crisi di identità.
Spread. Dicono gli albergatori che negli ultimi anni il cliente italiano medio si sta civilizzando. Al contrario, i tedeschi si stanno italianizzando: in quella simpatica colonia mediorientale tutta pizza, mozzarella e tiramisù che si siamo diventati, si sentono autorizzati a comportamenti che in patria non oserebbero mai. Lasciano camere da far paura, bisogna cambiargli lenzuola e asciugamani tutti i giorni. Una buona notizia: lo spread rimane abbastanza stabile, malgrado tutto.
Meduse. L’altra buona notizia è che non è stata avvistata nemmeno una medusa. La loro scomparsa è ancora più misteriosa della loro ossessiva presenza negli anni scorsi, e sì che l’acqua è calda come non mai. Zoologi ed etologi, interpellati, annaspano. Le meduse erano l’equivalente del terrorista: imprevedibili, capaci di colpire a un metro dalla costa, subdole, mimetiche. Vere creature dell’Isis, creavano tra i bagnanti una sorta di vibrante solidarietà trasversale altrimenti impensabile. Tutti a scambiarsi informazioni, a segnalare le presenze aliene, a prestarsi retini, a gioire insieme davanti alle mucillaggini degli esemplari catturati, oscene e bellissime nelle loro iridescenze. Nostalgia delle lunghe discussioni serali su medicamenti e rimedi, tutti puntualmente inefficaci.
Consumi culturali. I libri di carta battono gli ebook 20 a 1, e non solo perché il tablet non è amico dell’acqua e della troppa luce. Il libro fa parte della dotazione di default dell’ospite straniero, che poi magari lo lascia alla bibliotechina del suo albergo. I clienti italiani invece si portano via i (pochi) libri che hanno trovato di loro interesse.
Luglio 2017