Nel 2006 è andato in mostra al Palazzo Bricherasio di Torino il cosiddetto “Papiro di Artemidoro”, che nell’ipotesi dei curatori avrebbe ospitato alcuni passi di un libro di geografia di Artemidoro di Efeso, già andato perduto, per essere successivamente utilizzato come album da disegno nelle botteghe d’arte della Alessandria di Cleopatra, e finire poi in una maschera funeraria che la ha conservato fino a noi. Negli ultimi anni il papiro è diventato l’oggetto di una accesa controversia scientifica, che ne ha messo in discussione l’autenticità.
È questo lo spunto da cui prende avvio un romanzo che vuole restituire la vita quotidiana di due secoli, tra Efeso, capitale della provincia d’Asia, la Roma repubblicana e imperiale, la Spagna, Alessandria, una vera metropoli multirazziale e multiculturale, e i mari del Mediterraneo.
Un’epoca in cui si sovrappongono le memorie millenarie dei Faraoni, le ambizioni dei Tolomei, le scoperte scientifiche e la febbre delle esplorazioni (di cui si fa protagonista Artemidoro), la fame di vita, di spettacolo e di illusione di un mondo in cui ci sembra di riconoscere il nostro. Un papiro dai destini incrociati coinvolge così vari personaggi in un intreccio governato dalle astuzie del caso.